I farmaci senza obbligo di prescrizione: un’occasione di razionalizzazione
della spesa farmaceutica e di risparmio per il SSN

Claudio Jommi, Laura Cavalli, Monica Otto

Osservatorio Farmaci CERGAS-SDA, Università Bocconi, Milano


I farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP) possono rappresentare un utile strumento di razionalizzazione del mercato farmaceutico e di contenimento della spesa pubblica. Lo studio condotto dall’Osservatorio Farmaci Cergas - Università Bocconi e qui di seguito illustrato sottolinea come tale risultato possa essere ottenuto stimolando uno spostamento dei consumi (shift) per le patologie minori dai prodotti con obbligo di prescrizione (etici) a quelli senza obbligo di prescrizione ed accelerando gli switch, ovvero il cambiamento dello status di un farmaco da prodotto etico a medicinale per il quale la prescrizione non è obbligatoria. Con lo shift dei consumi, il risparmio per il SSN potrebbe arrivare a 200 milioni di euro, mentre il cittadino avrebbe un incremento di spesa di poco più di 40 milioni di euro (in quanto i prodotti senza obbligo di prescrizione sono meno onerosi ed una parte dei prodotti etici sono già a carico dei cittadini). L’analisi dello switch da prodotti etici o SP (medicinali senza obbligo di prescrizione, ma non pubblicizzabili) a prodotti di AM (farmaci di automedicazione) evidenzia un risparmio ancora maggiore per il SSN e pari a circa 244 milioni di euro. Va sottolineato che gli effetti dello shift e dello switch regolatorio non possono essere sommati, in quanto lo switch riguarda molto spesso farmaci etici oggetto di potenziale shift a favore di prodotti senza obbligo di prescrizione. Inoltre mentre lo switch regolatorio rappresenta un atto amministrativo e, quindi, in teoria molto semplice e rapido da realizzare, lo shift richiede un’azione di sensibilizzazione degli operatori (essenzialmente medici di medicina generale) e dei pazienti, che non può avere un impatto immediato sui comportamenti di prescrizione e di consumo.