Il costo della distribuzione diretta dei farmaci: analisi del caso Umbria

Claudio Jommi, Silvia Paruzzolo

Osservatorio Farmaci - CERGAS-SDA, Università Bocconi, Milano


L’adozione di particolari modalità distributive dei farmaci ha rappresentato negli ultimi anni uno dei temi di maggiore dibattito in Italia. Il presente studio, realizzato nel corso del 2004 in tre delle quattro Aziende USL dell’Umbria, ha inteso affrontare l’impatto economico-finanziario e organizzativo della distribuzione diretta, stimandone i costi pieni (tutti quelli imputabili ad una unità di costo, comprensivi dei ribaltamenti dei costi indiretti e comuni) con procedura di tipo top-down e a “costi storici”. I risultati evidenziano che il differenziale di costo aziendale tra la distribuzione diretta e quella in regime di convenzione è piuttosto consistente, anche se si utilizzano come termine di riferimento i costi pieni (differenza minima del 34%). Inoltre il costo “organizzativo” della distribuzione diretta incide mediamente per l’8,5% nelle tre realtà aziendali, mentre il costo dei farmaci rappresenta in media il 91,5%. Non sono stati presi in considerazione, non perché non vengano considerati importanti, ma perché non erano l’obiettivo dello studio, altri notevoli aspetti (quali eventuali costi indiretti “organizzativi” aggiuntivi collegati alla riallocazione del personale, eventuali costi aggiuntivi a carico del paziente per effetto dei maggiori spostamenti, ecc.) che le Aziende sanitarie, in quanto istituzionalmente deputate al perseguimento della tutela della salute, dovrebbero prendere in considerazione nelle proprie scelte strategiche