La valutazione economica in sanità:
i decision-makers utilizzano gli studi?

Giovanni Fattore, Aleksandra Torbica

Dipartimento Analisi delle Politiche e Management Pubblico, e CERGAS Università Bocconi - Milano


La valutazione economica dei programmi sanitari ha evidenziato negli ultimi anni un notevole aumento della produzione di ricerche e importanti investimenti per quanto riguarda la messa a punto delle metodologie. Inoltre in molti paesi le istituzioni pubbliche sembrano apprezzarne l’importanza, riconoscendo il suo ruolo per definire il rimborso e il pricing delle nuove tecnologie e sostenendo l’adozione di linee guida relative alle modalità appropriate di esecuzione degli studi. Meno numerose sono invece le ricerche sull’impatto di tale valutazione sui processi decisionali. E’ stata condotta un’indagine su un campione rappresentativo di medici, con una preparazione specifica su questi temi, dalla quale emerge che la valutazione economica è utile e che dovrebbe far parte degli strumenti dei decisori. Si evidenzia poi che la logica della valutazione economica è già in parte utilizzata all’interno delle organizzazioni, mentre i maggiori ostacoli all’uso di tali studi sono rappresentati dalle decisioni prese in un’ottica di breve periodo e con eccessiva attenzione al controllo della spesa. Dall’indagine emerge inoltre che l’ipotesi che “gli studi non siano credibili in quanto condotti/finanziati da soggetti non indipendenti” non costituisce una barriera, mentre si sottolinea la necessità dell’istituzione anche nel nostro Paese di standard o linee guida per assicurare una maggiore qualità e comparabilità tra gli studi, e facilitarne l’utilizzo nel nostro sistema sanitario.