Il ruolo delle variabili organizzative nella diffusione dell’innovazione
tecnologica: il caso dell'infarto miocardico acuto

Giovanni Fattore, Aleksandra Torbica

Dipartimento Analisi delle Politiche e Management Pubblico, e CERGAS Università Bocconi - Milano


Le malattie cardiovascolari, nonostante gli enormi progressi che si sono registrati negli ultimi decenni in quest’area, continuano a rappresentare la principale causa di morte nei paesi sviluppati, in particolare le cardiopatie ischemiche e, tra queste, l’Infarto Miocardico Acuto (IMA). Parallelamente i medicinali per il sistema cardiovascolare rappresentano la categoria terapeutica maggiormente prescritta e con maggior incidenza sulla spesa farmaceutica.
Obiettivo del presente lavoro è di valutare l’impatto dell’innovazione sull’evoluzione dei percorsi diagnostico-terapeutici nel trattamento dell’IMA negli ultimi 30 anni, secondo una prospettiva che cerca di cogliere le conseguenze organizzative e le implicazioni economiche. Sono state oggetto di approfondimento la nascita e lo sviluppo dell’Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) e l’introduzione del trattamento meccanico nella gestione della fase acuta dell’infarto.
Dall’analisi appare evidente, oggi più che in passato, che la validità delle diverse strategie di gestione dell’IMA dipenda dal contesto organizzativo, ambientale ed economico. Quindi le scelte dei modelli organizzativi e gestionali sono di fondamentale importanza per lo sviluppo e per il continuo miglioramento dei servizi di prevenzione, diagnostici e terapeutici, mentre l’economia può contribuire a trovare soluzioni di organizzazione del lavoro e dell’assistenza maggiormente in grado di dare risposte efficaci, tempestive ed economicamente sostenibili.
Il presente lavoro illustra, da una prospettiva organizzativa e gestionale, un ulteriore aspetto interessante: la distonia tra le prove di efficacia considerate più potenti (i trials randomizzati) e la generalizzata condivisone della comunità dei cardiologi sull’efficacia delle forme organizzative descritte e adottate (UTIC e Laboratori di emodinamica). Da diversi anni gli studi organizzativi hanno messo in luce i limiti dell’esperimento per verificare ipotesi che riguardano innovazioni sociali complesse: innovazioni che consistono in articolate relazioni socio-tecniche, che mutano nel tempo, non sono adeguatamente valutabili con metodi di verifica scientifica che trovano le loro origini e la loro giustificazione nelle scienze bio-mediche. Probabilmente solo con l’esperienza e con le evidenze in contesti specifici (non principalmente il trial) si individueranno le soluzioni adeguate. Pertanto occorre investire in attività che progettino, testino, monitorino e valutino diverse configurazioni delle “reti gestionali”, che colleghino gli ospedali/presidi tra loro e questi con il territorio.